4 elementi di Comunicazione Non Verbale da considerare in un Colloquio di Lavoro

Avete mai riflettuto sull’importanza di sorridere durante un colloquio di lavoro?

Che sia per telefono, su Skype o vis-à-vis, mostrare la vostra personalità e il vostro mood durante un colloquio di lavoro può aiutarvi a creare una connessione con l’intervistatore e a trasmettergli il vostro entusiasmo per la posizione.

Il segreto per vincere quella condizione di timore e di nervosismo che spesso può essere d’ostacolo nel far emergere il vostro interesse e talento è essere voi stessi. Sempre con un certo contegno e rispetto per la situazione in cui vi trovate, ovviamente.

Più che su cosa dire o non dire durante un colloquio di lavoro, in questo articolo ci soffermeremo sul peso che la comunicazione non verbale può avere sull’esito dell’intervista e su come gesti, espressioni del volto e movimenti possano concorrere alla formazione di una determinata idea di voi nella mente dell’interlocutore.

Studi di neurolinguistica hanno dimostrato che il linguaggio del corpo è molto importante durante un colloquio a due: da un’indagine di Robert Half, in particolare, è emerso che durante un colloquio di lavoro il 94% dei selezionatori presta attenzione al linguaggio del corpo, da come il candidato stringe la mano alla postura che adotta durante l’intervista.

Vi è mai capitato, ad esempio, che dopo appena 15 minuti di colloquio – peraltro su Skype – l’intervistatore vi abbia detto: «Quello che dovevo capire l’ho capito»? E magari eravate solo a un terzo del vostro racconto? Alla sottoscritta sì.

È per questo che ho pensato di fornirvi alcuni elementi su cui riflettere in vista del vostro prossimo colloquio, per aiutarvi a delineare nell’interlocutore un’impressione quanto più positiva di voi, e soprattutto coerente con la vostra personalità.

1. Il sorriso

Stop, stop, fermi. Levatevi quell’espressione ebete dal volto e state tranquilli, gli spinaci fra i denti non ce li avete. Togliete anche il naso da pagliaccio, indossare maschere nella vita non ha mai portato a nulla di buono. Veniamo invece all’importanza di un gesto che, dall’inizio alla fine di un’intervista, può comunicare tanto di voi. Presentarvi con un bel sorriso (non di quelli finti, da fotografia) sin dall’inizio di un colloquio è infatti un plus da non sottovalutare assolutamente. Provate un attimo a visualizzare queste due scene diverse: voi che, mantenendo lo sguardo basso, stringete la mano dell’interlocutore e vi accomodate di fronte a lui VS voi che cercate gli occhi del recruiter e con un sorriso gli dite “Piacere”, mentre prendete posto. C’è una bella differenza, vero? Pensate che agire nel secondo modo migliorerà la predisposizione dell’interlocutore ad ascoltarvi e sarà una buona base su cui costruire un giudizio quanto più accurato e positivo sulla vostra candidatura. Sorridere in fase di presentazione o distendere le vostre labbra anche durante il colloquio darà l’idea di essere persone positive, aperte, sicure di voi stesse, entusiaste del ruolo che ambite a ricoprire e soprattutto innamorate del vostro lavoro.

2. Lo sguardo

Diciamo “No” agli sguardi bassi, da cane bastonato, durante i colloqui. Non siete a un funerale, tirate su quel mento e guardare l’interlocutore negli occhi, scrutate il suo sguardo, create un legame con lui e sfruttate il canale visivo per trasmettere tutta la vostra determinazione e sicurezza. Se durante il colloquio avete di fronte più selezionatori, rivolgetevi a tutti, non solo a quello che vi ha posto la domanda.

3. La postura

La tecnica cosiddetta del mirroring consiste nell’imitare (ma non troppo) i comportamenti dell’interlocutore, a sincronizzare cioè il proprio ritmo linguistico, il tono di voce, la postura, i gesti e le espressioni facciali con quelle del ricevente. La maggior parte delle volte si tratta di un processo inconscio che tuttavia riesce a comunicare implicitamente feeling e vicinanza interpersonale. Vi è mai capitato, ad esempio, di vedere il recruiter proiettato in avanti verso di voi, o di porvi voi stessi in quella posizione? Bè, nel caso in cui non lo sapeste, quella postura comunica interesse, coinvolgimento. Al contrario, tenersi a distanza comunica timore, riverenza e insicurezza. Sedetevi dunque in modo composto, tenete la schiena dritta e protendetevi leggermente in avanti, ma senza ingobbirvi.

4. I gesti

Assolutamente “No” alle braccia conserte, ai pugni chiusi, ai frequenti volteggi delle mani per aria e alle mani in tasca. “No” alle ‘aggiustatine’ al ciuffo di capelli o agli occhiali sul naso. “No” agli scatti della penna, al tirar continuamente su col naso, allo scrocchiare delle dita e al giocare con anelli e bracciali. Mentre ascoltate le parole dell’interlocutore, lasciate le vostre manine sulle gambe o poggiate i gomiti sul tavolo e incrociatele. Quando parlate voi, fate attenzione a non eccedere con i movimenti delle mani: ridimensionatene l’ampiezza e utilizzate gesti coerenti con i concetti che state esprimendo a parole.

Conclusioni

Alla luce di questa breve carrellata di elementi di comunicazione non verbale da non sottovalutare assolutamente durante un colloquio di lavoro, avrete compreso che il linguaggio del corpo e la comunicazione non verbale possono essere importanti tanto quanto i contenuti delle vostre risposte e che, per quanto la spontaneità sia spesso la soluzione migliore da intraprendere, è bene porre attenzione a come vi muovete. In questo momento cruciale, infatti, per fare una buona impressione è importante mostrarvi sicuri di voi anche con i gesti, le espressioni del volto, gli occhi e la postura. Un candidato che è in grado di comunicare sicurezza con il linguaggio del corpo acquisirà certamente un ‘punteggio’ maggiore rispetto a uno che se ne sta spaparanzato e strafottente sulla sedia o, al contrario, tremante e accartocciato su se stesso come se fosse sotto interrogatorio.

In bocca al lupo!