Chi ha fatto l’Erasmus alzi la mano!
Se anche voi pensate che passare un periodo nei Paesi dell’Unione Europea debba essere obbligatorio non solo per gli studenti, ma anche per i taxisti, gli idraulici e i lavoratori per integrarsi e confrontarsi con una realtà diversa dalla propria, non potrete fare a meno di condividere la nuova infografica dell’università telematica “Niccolò Cusano”.
In occasione del 29° anno dall’istituzione dell’Erasmus, un rito di passaggio ormai comune a moltissimi giovani in Europa, l’Università ha condotto uno studio per identificare l’impatto sul piano personale, sociale e occupazionale di questo lungimirante progetto. I dati sono stati raccolti nell’interessante infografica Erasmus, il ritratto di una generazione che trovate in fondo all’articolo.
Come potete vedere, al programma di scambi universitari internazionale va il merito non solo di aver creato la prima generazione di europei, ma anche di portare gradualmente i cittadini del vecchio continente verso la formazione di una vera e propria identità europea. L’avreste mai detto che dal 1987 a oggi circa un milione di bambini sono nati da coppie che si sono formate in Erasmus? Quasi un terzo di chi va in Erasmus dichiara inoltre di essersi innamorato durante l’esperienza. Se è capitato anche a voi, questo è il momento di ammetterlo! 🙂
L’identikit dello studente Erasmus che viene fuori dall’infografica è il seguente: donna, 22 anni, iscritta alla facoltà di Economia, in partenza per un periodo di 6 mesi con borsa di studio del valore medio di 272 euro al mese. In ordine di preferenza, le mete più ambite dagli studenti italiani sono Spagna (ma va’!), Francia, Germania, Regno Unito e Portogallo, mentre l’Italia si posiziona al quinto posto nelle mete preferite dagli studenti stranieri.
Dallo studio emerge che, al netto di feste, festini e serate Erasmus, i giovani che effettuano un periodo di studio all’estero vivono una vera e propria esperienza di crescita personale: in particolare accrescono la capacità di risolvere problemi, l’apertura mentale, la capacità di prendere decisioni, la conoscenza di sé, la curiosità e la fiducia in se stessi. Questo è fuori da ogni dubbio, non credete anche voi?
Per quanto riguarda il post laurea, l’impatto sul mercato del lavoro del progetto Erasmus è positivo, complici il valore aggiunto apportato al curriculum vitae e soprattutto il bagaglio linguistico arricchito di chi è partito in Erasmus: il tasso di disoccupazione degli ex-Erasmus dopo 5 anni dal conseguimento dalla laurea è del 23% inferiore rispetto al tasso di disoccupazione di coloro che hanno deciso di non partire. Inoltre, il 64% dei datori di lavoro afferma di essere propenso ad attribuire maggiori responsabilità al personale con esperienza internazionale rispetto a chi non ne ha.
Il progetto Erasmus allarga gli orizzonti degli studenti e la loro rete di relazioni. Il 93% degli studenti che hanno vissuto questa esperienza internazionale, infatti, afferma di voler vivere all’estero in futuro, contro il 73% di coloro che sono rimasti a studiare nel proprio Paese. Per di più, il numero degli studenti Erasmus che cambia Paese di residenza almeno una volta dopo la laurea è di due volte maggiore rispetto a quello di coloro che non hanno vissuto un’esperienza di mobilità durante gli studi.
Per approfondire i dati, consultate l’infografica di seguito e raccontateci la vostra percezione del progetto Erasmus nei commenti!
Infografica a cura dell’Università Unicusano